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“Non sono io il rapinatore”, Errante dal gip continua a negare di essere il secondo bandito seriale: chiesti i domiciliari

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Savona. “Non sono stato io”. Ha continuato a ripeterlo anche stamattina davanti al gip Fiorenza Giorgi che lo stava interrogando dopo che venerdì scorso era finito in manette con l’accusa di essere “l’altro” rapinatore seriale attivo a Savona. Fabio Errante, 37 anni, originario di Palermo, non ci sta ad essere etichettato come il bandito che ha assaltato, armato di pistola, la parafarmacia Essere e Benessere di corso Tardy e Benech, il Coky Bar di via XX Settembre e due tabaccherie, una in via Torino e l’altra in via Nostra Signora degli Angeli. E stamattina lo ha ribadito al giudice per le indagini preliminari durante l’interrogatorio di garanzia.

Errante, difeso dall’avvocato Simona Saracino, come già aveva detto a polizia e carabinieri al momento dell’arresto, ha continuato a spiegare di non essere il secondo rapinatore seriale: “Avete preso un abbaglio, non sono io” è la frase ripetuta per tutto l’interrogatorio. Al termine dell’audizione il suo difensore ha anche chiesto un alleggerimento della misura di custodia cautelare: la speranza è che gli vengano concessi i domiciliari. Se ciò accadesse l’uomo potrebbe almeno restare in casa coi figli (è papà di sei bimbi tra i 3 e gli 8 anni) per permettere alla moglie di usicre e lavorare.

Sull’istanza, per ora, il gip Giorgi si è riservato di decidere e una risposta arriverà solo nelle prossime ore. “Vedremo cosa deciderà il giudice” si limita a dire l’avvocato Saracino che preferisce non entrare nel merito dell’interrogatorio: “Posso solo dire che il mio assistito non ha precedenti per reati simili e mi risulta difficile credere che lo abbia fatto. Per il resto non mi posso sbilanciare prima di analizzare nel dettaglio il fascicolo, ma credo che ci siano elementi su cui riflettere”.

In particolare la difesa farebbe riferimento alle immagini non nitidissime della telecamera che, di conseguenza, potrebbero anche ingannare sul giubbotto e lo scooter in uso al rapinatore. La giacca sequestrata ad Errante – almeno secondo la tesi difensiva – potrebbe anche essere solo simile a quella del bandito ed il motorino addirittura non essere lo stesso.

Un’ipotesi che, al contrario, gli inquirenti non prendono nemmeno in considerazione: polizia e carabinieri sono certi che il giubbotto trovato a casa di Errante sia lo stesso usato per le rapine del 19 novembre alla parafarmacia di corso Tardy e Benech ed al bar di via XX Settembre. Ed anche sul motorino gli investigatori sembrano non avere alcun dubbio: il parziale di targa individuato dai filmati sarebbe stato collegabile con il trentasettenne di origini palermitane.

Elementi che avevano convinto il pm Chiara Maria Paolucci a richiedere l’arresto di Errante in esecuzione di un’ordinanza di custodia in carcere, provvedimento poi emesso dal gip Giorgi. A differenza del primo rapinatore seriale arrestato a Savona, il napoletano Nicola Russo, che aveva confessato cinque colpi (quattro a danno di farmcie ed uno tentato ad un distributore di benzina), Errante continua a negare di essere coinvolto.


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