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Savona, colpisce l’ex “genero” con una mazza da baseball: condannato a sei mesi di reclusione

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Savona. Nell’aprile di un anno fa era finito in manette dopo aver colpito, nel bel mezzo di una lite, l’ex convivente della figlia con una mazza da baseball. Questa mattina, per quell’episodio, un cinquantenne savonese, E.S., è stato condannato a sei mesi di reclusione per lesioni e detenzione abusiva di arma bianca.

L’imputato è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale di seimila euro nei confronti della parte civile, l’ex “genero”, G.D., 35 anni, anche lui savonese (difeso dall’avvocato Igor Morixe). Secondo l’accusa, la violenta discussione tra i due era avvenuta in via Gioberti, sotto l’appartamento dove la figlia dell’uomo e G.D. vivevano prima di lasciarsi. Una casa di proprietà della ragazza che, dopo la rottura, sarebbe però stata occupata dall’ex che avrebbe anche cambiato la serratura. Quel giorno, secondo la versione della famiglia di lei, vista l’impossibilità di entrare nell’alloggio la giovane, all’epoca in dolce attesa, aveva chiesto al trentacinquenne di poter entrare per recuperare alcuni effetti personali, tra cui la documentazione medica relativa alla gravidanza. Per quella ragione, accompagnata dal padre e dalla compagna, si era presentata sotto casa del giovane. Lui però si sarebbe presentato a mani vuote ed avrebbe iniziato ad inveire e spintonare le due donne.

Sarebbe a quel punto che E.S. (difeso dall’avvocato Carlo Manti), fino a quel momento rimasto in macchina, avrebbe perso la pazienza e, armato di mazza, era sceso dalla vettura per intervenire in difesa di figlia e compagna. Il cinquantenne, come lui stesso avrebbe ammesso in aula, a quel punto aveva colpito l’ex “genero” (che la figlia aveva anche già querelato per i suoi comportamenti) con due mazzate. E.S. nell’udienza di convalida di arresto era stato scarcerato con il divieto di avvicinarsi alla vittima dell’aggressione.

Durante il processo, l’ex compagno della figlia dell’imputato aveva raccontato che il giorno prima del fatto aveva scambiato messaggi con la ragazza per decidere di vedersi e per chiarire alcune cose. Il trentacinquenne aveva anche precisato di aver comunicato alla ex che avrebbe lasciato l’appartamento a breve: “Sono stato vittima di un agguato” erano state le sue parole. Secondo la versione della vittima, lei aveva citofonato, lui era sceso e, appena superato il portone la giovane lo aveva chiuso alle sue spalle. A quel punto erano saltati fuori i genitori, con il “suocero” armato di mazza: “Mirava alla testa; io mi sono difeso e infatti mi ha rotto l’ulna del braccio. Non ho avuto modo di dire o fare nulla, ho solo preso botte” aveva detto il trentacinquenne.


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