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L’avvocato Severino dialoga con i magistrati, la centrale potrebbe ripartire: Tirreno Power accetta la “via d’uscita” del gip?

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Savona. Tirreno Power potrebbe accettare la “via d’uscita” proposta dal gip Fiorenza Giorgi nelle ultime righe del suo dispositivo di sequestro dei gruppi a carbone della centrale termoelettrica di Vado. Più che la visita dell’ex ministro Paola Severino (l’avvocato al quale l’azienda ha affidato il coordinamento della sua difesa) a palazzo di Gustizia, la notizia del giorno è questa. Pur di riaprire l’impianto di Vado Ligure Tirreno Power sarebbe quindi pronta a seguire le indicazioni del tribunale sulla gestione della centrale.

Una notizia diffusa dall’azienda stessa che, nel confermare ufficialmente la presenza dell’avvocato Severino in tribunale, ha precisato: “L’incontro di oggi ha posto le basi per un dialogo che proseguirà nei prossimi giorni, volto ad individuare le modalità più opportune per arrivare quanto prima alla ripresa di esercizio nell’ambito di un protocollo operativo che sottopone l’impianto a verifiche da parte di tecnici individuati dal giudice”.

Una dichiarazione che, tra le righe, non sembra potersi leggere diversamente dall’accettazioni delle “condizioni” imposte dal gip in cambio del dissequestro (“ove Tirreno Power – si legge nell’ultima pagina del dispositvo di sequestro – provvedesse all’installazione di un sistema di controllo adeguato, da calibrare e monitorare ad opera di uno o più tecnici nominati da questo Giudice, ai quali andrebbe affidato anche il compito di accertare, attraverso i controlli giornalieri dello SME, che i gruppi a carbone VL3 e VL4 siano gestiti in modo da mantenere le emissioni nei limiti delle MTD, potrà provvedersi al dissequestro dei detti impianti”). L’azienda insomma sarebbe pronta a seguire tutte le indicazioni del tribunale (installazione dello SME, tarato da un perito del giudice, per il controllo delle emissioni) per far ripartire la centrale diminuendone il più possibile l’impatto ambientale come richiede il giudice Giorgi.

Stamattina l’avvocato Severino, insieme agli altri legali dell’azienda, prima si è intrattenuto (per circa un’ora) con il Procuratore Francantonio Granero ed il sostituto Chiara Maria Paolucci, titolari dell’inchiesta sulla centrale vadese, e poi (una mezzora) con il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi che, martedì scorso, ha firmato il decreto di sequestro dei gruppi a carbone dell’impianto.

La visita dell’ex Guardasigilli a palazzo di Giustizia era molto attesa, ma, al di là della nota dell’azienda, sui contenuti dei confronti con i magistrati savonesi e il gip Giorgi non è trapelato nulla. Dalla Procura ci si è limitati a confermare che “il dialogo dal punto di vista dei pm è stato costruttivo” e nulla più. L’avvocato Severino, che era atteso da cronisti, fotografi e operatori video, ha preferito dribblare i media lasciando l’ufficio del giudice da un’uscita secondaria. Una scelta che non ha concesso ai giornalisti in attesa nemmeno una silenziosa “passerella” per il corridoio del quinto piano del tribunale.


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