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Profughi eritrei assolti dopo aggressione a polizia, insorge anche il Coisp Nazionale: “Costernati, non c’è tutela”

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Savona. Continua a far discutere la sentenza di assoluzione per i tre cittadini eritrei che erano accusati di aver aggredito tre poliziotti savonesi. Dopo l’intervento di quello provinciale nei giorni scorsi, oggi, sull’episodio si è registrato anche l’intervento del Coisp Nazionale. Attraverso il suo segretario generale Franco Maccari, dal sindacato di polizia affermano: “Restiamo esterrefatti di fronte alla pronuncia giudiziaria secondo la quale, in pratica, non comprendere la lingua del posto in cui si è andati di propria volontà giustifica il fatto di aggredire chi in quel posto rappresenta la legge. Costernati e sconfortati perché la fisionomia delle argomentazioni, almeno come riportate dai media, lasciano ‘un’autostrada’ alla consueta e triste realtà della quasi totale mancanza di tutela, praticamente in tutte le sedi e le circostanze, per chi porta la divisa”.

“E’ innegabile, un’aggressione è tale ‘in tutte le lingue del mondo’. Non parlare l’italiano non significa in alcun modo non poter capire che chi hai di fronte, e veste una divisa, sta svolgendo un compito istituzionale, un pubblico servizio e, qualunque siano i tuoi dubbi o i tuoi timori, saltargli al collo per picchiarlo non è lecito. L’accoglienza degli immigrati non dovrebbe prevedere di cambiare le regole dell’ordinamento a vantaggio di qualsiasi loro comportamento. L’ignoranza della legge non è mai stata una giustificazione valida per la sua violazione, e questo dovrebbe valere per tutti, altrimenti da oggi chiunque venga dall’estero potrà nascondersi dietro questo paravento. E comunque, lo ripetiamo, qualsiasi sia la motivazione della pronuncia giudiziaria, asserire che ‘il fatto non sussiste’ ha dell’incredibile, perché i colleghi sono stati aggrediti, e questo è un fatto incontrovertibile” aggiunge Maccari.

“Giustificarsi asserendo di aver avuto paura non comprendendo cosa stava accadendo per mancanza di conoscenza della lingua, non può cancellare il fatto di aver voluto consapevolmente aggredirli per impedirgli di svolgere il proprio lavoro, nonostante che essi non stessero facendo certamente nulla di violento che facesse temere per la propria salute” prosegue il segretario generale del Coisp.

“E’ impossibile non comprendere – conclude Maccari – che fare il nostro lavoro sta diventando ogni giorno più difficile, e presto sarà impossibile. Perché nessuno, con il raziocinio che si richiede ad un Tutore dell’Ordine, potrà ancora seriamente andare a rischiare tutto sapendo perfettamente di essere completamente lasciato a se stesso, sotto ogni profilo, ma che, anzi, a tutto l’accanimento che gli viene riservato in qualsiasi circostanza, corrisponde la continua giustificazione di chi infierisce su di lui, in qualunque modo”.


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