Vado Ligure. L’indagine per disastro ambientale a carico di Tirreno Power, condotta dal procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci, procede allargando lo spettro. I vertici dell’azienda energetica, intanto, studiano le carte a disposizione. Il capo centrale Pasquale D’Elia durante lo scorso interrogatorio ha optato per la facoltà di non rispondere.
A spiegare le ragioni della scelta è l’avvocato Alessandra Cacchiarelli del foro di Roma: “Abbiamo condiviso con l’ingegner D’Elia la decisione di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il procedimento è in corso e su tutti gli atti vi è stata fino ad oggi la massima segretezza”.
“E’ interesse dell’ignegner D’Elia che sia fatta chiarezza, ci sono molte considerazioni tecniche da fare e le faremo quando conosceremo gli atti, al momento leggiamo solo indiscrezioni sui giornali” prosegue il difensore.
“La decisione di non rispondere non contrasta in alcun modo con la scelta di trasparenza attuata da sempre da Tirreno Power nei confronti degli enti pubblici centrali e locali, e rafforzata da ultimo verso il pubblico attraverso il sito web della centrale di Vado Ligure. Si tratta evidentemente di due piani completamente differenti” conclude l’avvocato Cacchiarelli.
Nel frattempo dalla Procura, nonostante lo stretto riserbo mantenuto dai magistrati, continuano a trapelare indiscrezioni sull’inchiesta relativa alla centrale. L’ultima riguarda i sindaci di Vado e Quiliano: nei giorni scorsi Attilio Caviglia e Alberto Ferrando sono stati sentiti in Procura come persone informate sui fatti.