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Centri massaggi cinesi a luci rosse a Savona e Alassio: assolta l’estetista coinvolta nell’inchiesta

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Savona. E’ stata assolta l’estetista italiana rimasta coinvolta nell’inchiesta sul giro di massaggi a luci rosse dietro ai Centri benessere cinesi “Onda” di Savona e Alassio. La donna, Valentina Marchisio, 30 anni, era rimasta coinvolta nell’inchiesta insieme ad una collega con l’accusa di aver svolto un ruolo di “garante” per il funzionamento delle attività illecite. La sentenza è stata pronunciata questa mattina dal Collegio del tribunale di Savona che l’ha assolta perché il fatto non costituisce reato (il pm Giovanni Battista Ferro aveva chiesto invece due anni di reclusione).

L’imputata, difesa dall’avvocato Marcello Gori del foto di Torino, era accusata di aver contribuito a mettere in piedi un giro di prostituzione intorno a due centri benessere gestiti da cinesi. Il caso era esploso all’inizio dell’aprile 2012 quando, insieme a Marchisio, erano finite nei guai con l’accusa di concorso in favoreggiamento della prostituzione altre quattro persone: Chen Changqian, 39 anni, Liu Xialoling, di 32, Ye Min, di 36, tutti di nazionalità cinese, e Silvana Bisio, estetista di 53. La polizia, nell’operazione che era stata ribattezzata “Onda Anomala”, aveva anche sequestrato i due locali, uno in via Torino a Savona, l’altro in viale Hanbury ad Alassio.

Gli altri indagati, nei mesi scorsi, avevano scelto di patteggiare davanti al giudice Donatella Aschero: Changquian, considerato uno dei “dominus” dell’organizzazione, aveva patteggiato due anni e 800 euro di multa; Ye Min e Xialoling invece entrambe diciotto mesi di reclusione e, solo per la seconda, 2200 euro di multa; infine Silvana Bisio, che di fatto per l’accusa svolgeva come la collega un ruolo di prestanome (per aprire quel genere di centri serviva infatti la presenza di un estetista) ha patteggiato un anno. A tutti era stata concessa la sospensione condizionale della pena.

L’unica a non scegliere la strada del rito alternativo era stata proprio Valentina Marchisio per la quale era stato emesso un decreto di giudizio immediato. Una strategia difensiva che, visto l’esito del processo, sembra averla premiata. Il suo difensore ha più volte ribadito l’assenza di “elemento soggettivo” nel reato che veniva contestato alla sua cliente: secondo il legale infatti lei era ignara di quanto accadesse tra clienti e massagiatrici.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti dietro all’attività di “massaggio orientale” si nascondeva un vero e proprio giro di prostituzione dove una decina di ragazze, tutte orientali, fornivano prestazioni sessuali (mai però rapporti completi) ai clienti che ne facevano richiesta. L’incasso dei “massaggi” sarebbe finito tutto nelle mani di Chen Changqian che, con l’aiuto della compagna Ye Min e della connazionale Liu Xiaoling, gestiva i due centri benessere. Per la Procura era Liu Xiaoling a gestire le dipendenti del centro di Alassio e, in certe occasioni, a raccogliere gli incassi. A Ye Min sarebbe invece toccato il ruolo di gestione degli appartamenti di Savona e Alassio dove le giovani massaggiatrici vivevano.

Le due italiane sarebbero invece state assunte da Chen per poter ottenere tutti i permessi necessari all’apertura dei centri Onda e, di fatto, secondo gli investigatori erano prestanome: la loro presenza, essendo estetiste, infatti era necessaria per consentire ai due centri di svolgere l’attività, ma, come aveva spiegato davanti al giudice Silvana Bisio, si limitavano a rispondere al telefono “visto che lì non c’era nessun’altro che parlasse italiano” e non avevano alcun contatto con i frequentatori dei locali.

Dei massaggi e delle prestazioni extra si occupavano le ragazze cinesi, le sole che entravano nelle cabine e incontravano i clienti. Nei due centri sarebbero state impiegate una decina di giovani, tutte sui vent’anni, che lavoravano dal mattino alla sera. Come sul modello dei centri massaggi delle metropoli, il “punto di forza” dei centri “Onda” era nell’orario continuato, dalle 10 alle 23, e nei prezzi contenuti.

Massaggio rilassante corpo a 30 euro per 40 minuti, 40 euro per un’ora; massaggio rilassante a quattro mani a 60 euro per 45 minuti e 80 euro per un’ora. Questo il listino che prevedeva inoltre un massaggio thailandese con olio, massaggio giapponese, massaggio rilassante in vasca da bagno, massaggio piedi. Applicazioni che, secondo gli inquirenti, nascondevano appunto anche prestazioni sessuali.


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